«Non ho mai potuto fare il dirigente sportivo perché nel nostro Paese la competenza nello sport è un elemento di destabilizzazione». Pietro Paolo Mennea.

domenica 1 gennaio 2017

Il Giro d'Italia numero 30

Nella seconda metà degli anni ’40 il Giro vive la rivalità fra Gino Bartali e Angelo Fausto Coppi. Sarà il secondo di questi a vincere il 30° Giro d’Italia nel 1947.
Il Giro comincia a diventare grande toccando la 30^ edizione. Distrutta dal secondo conflitto mondiale l’Italia si divide tra Bartali e Coppi. In quella edizione lo starter d’eccezione a Milano fu Luigi Ganna, il primo vincitore della corsa. In una delle frazioni in programma, la Perugia-Roma, i corridori percorrono il tragitto previsto pedalando molto lentamente per protestare contro la presenza, a loro dire, delle troppe strade sterrate. Cominciato a Milano il 24 maggio il Giro si chiuderà sempre a Milano il 15 giugno. Ormai diventato una corsa di tre settimane, la gara annovera 20 frazioni. I chilometri totali sono 3.843 per 192 chilometri giornalieri di media. Fausto Coppi vince con la squadra Bianchi alla media di 33,1 km/h., 2° Gino Bartali a 1’43”, 3° Giulio Bresci a 4’54”.
Una cosa che ancora contraddistingueva i Giri di quell’epoca era la carente – se non inesistente – possibilità di effettuare dei trasferimenti. Le località di arrivo delle varie tappe erano sempre i luoghi di partenza la mattina dopo. Non vi era la facilità di spostarsi da un posto all’altro come oggi, dove abbiamo giornate di corsa in cui i chilometri di trasferimento a volte superano quelli da percorrere pedalando. L’edizione numero 30 si aprì con il lutto al braccio per la morte di Emilio Colombo, direttore della Gazzetta dello Sport dal 1922 al 1936.

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