Ultim’ora (o quasi);
arresti e denunce sono scattati per diverse persone, che procuravano sostanze dopanti a ciclisti professionisti già noti alle cronache, e genitori che accompagnavano la figlia minorenne a fare trasfusioni per doparla. Il tutto filmato.
Notizie – specie la seconda - che fanno schifo solo a sentirle, ma l’importante è che si continui su questa strada senza carità cristiana. Ora il pezzo sul Giro-Donne.
SI PUO’ DARE DI PIU’? DI SICURO SI PUO’ FARE DI MEGLIO.
SI E’ CHIUSO IL GIRO FEMMINILE. ATTESE E SPERANZE DI IERI, CONFERME E RISPOSTE DI OGGI. MA PURTROPPO ANCHE PASSI INDIETRO. SIA NELLA CORSA (AHI, AHI, CASA ITALIA…) , SIA PER CHI LA VOLEVA SEGUIRE IN TV.

Mamma RAI non ha entusiasmato per niente. Piovono critiche? Lorenzo Roata mostra una soluzione. Ma diamogli più spazio!
Consegniamo dunque alla storia il 20° Giro d’Italia Femminile. Claudia Hausler scrive il suo nome nell’albo d’oro del Giro numero 20, trovando nella gara di casa nostra la consacrazione tra le atlete d’elite. Dopo la maglia bianca – miglior giovane 2008 – ecco il rosa che le fa ereditare la corona di Fabiana Luperini.
Il GS Cervelo ha fatto il bello e il brutto tempo per buona parte del Giro. Solo la Columbia High High road ha tenuto testa fino a che la Hausler, nelle frazioni più attese, ha iniziato a rompere gli indugi. Un 3° posto nella 3^ tappa (Calcinaia – Monte Serra) per avere la certezza del suo stato di forma, ed ecco che tra la 6^ e la 7^ frazione la tedesca giunge 2^ e poi 1^, vestendo la maglia rosa; i 2 giorni che forse le cambieranno la carriera. Una vittoria bella ed autoritaria da parte della ragazza di 23 anni del Team Cervelo.
Ha corso un bel Giro anche Emma Pooley – stesso GS – che ha vestito per 3 giorni la rosa. La britannica in miniatura, si è arresa il giorno del ribaltone di classifica avvenuto nella 6^ frazione (Cerro al Volturno – Santa Elena Sannita), che ha visto la vittoria di una bravissima Judith Arndt. Peccato proprio per la tedesca, rappresentante del Team Columbia, che a causa di una brutta caduta nella penultima tappa ha dovuto salutare le compagne, per salire in ambulanza e chiudere anzitempo il suo Giro d’Italia.

Brava Nicole! La Brandli ancora sul podio italiano del Giro. Con la Luperini anche lei è storia della corsa.
‘VECCHIE’ REGINE; tra le ‘vecchie’ regine del Giro, Edita Pucinskaite ha collezionato una bella vittoria di tappa nella 1^ tappa (S.Piero a Pieve – Pratolino di Vaglia), spegnendosi pian piano con il passar dei giorni di corsa, ma almeno vestendo di rosa per un giorno. Brava anche Diana Ziliute che ha salutato il Giro-Donne con un 3° posto che profuma di simbolico addio a quel podio che un po’ ovunque ha saputo conquistarsi con una gran carriera ciclistica.
Lasciatemi ora fare i complimenti ad una grande ciclista. Ancora una volta Nicole Brandli ha conquistato il podio del Giro. E da tutto il decennio, o quasi, che fa presenza sul podio italiano. La bella svizzera ha passato una giornata negativa nella prima salita vera (3^ tappa), e forse giocandosi qualche possibilità di un 4° trionfo assoluto sulle strade d’Italia. Nell’arrivo a S.Elena Sannita la 3^ posizione di giornata, faceva vedere che l’elegante pedalata della campionessa svizzera sapeva sempre farsi valere. E insieme al 3° posto finale della classifica generale, arriva al 2° in quella dei GPM.
Tra le velociste, poche occasioni per loro, Ina Yoko Toitemberg ha fatto capire che il metro di paragone è sempre lei. Che avesse una buona gamba lo si è capito non solo nella vittoria della 4^ tappa (Porto Sant’Erpidio), ma più ancora il giorno dopo con la sua 3^ posizione nell’unica giornata buona per i nostri colori.
Nell’8^ tappa (Sam Marco dei Cavoti – Pesco Sannita), è arrivata quella che per me è stata la vittoria più bella di tutta il Giro. Mentre un gruppetto uscito dal gruppo recitava la parte di; “…color che son sospese…” per cercare di acchiapparla, una tenace Trixi Worrak arrivava in solitaria cogliendo una bellissima vittoria di giornata. Anche se fin’ora non sembra, c’erano anche cicliste italiane in questo Giro d’Italia. Da qui in avanti ecco le note, non proprio intonate, suonate dall’Orchestra Italia.
CASA ITALIA; l’ancor fresca Campionessa d’Italia a cronometro Noemi Cantele ci ha regalato una bella vittoria nella 5^ tappa (Fossacesia – Cerro al Volturno). Chi lo sa che il titolo vinto a Imola non abbia fatto scattare la molla di questa atleta che da un pezzo fa sperare, ma le occasioni erano sempre a un passo dal divenire. Una vittoria nell’arrivo in salita che – scherzi del ciclismo! – ha visto 2 velociste come Bronzini e Toitemberg al 2° e 3° posto di giornata. Ma le soddisfazioni di casa nostra si fermano qui.
Tra le tappe (9) e il cronoprologo, i posti sul podio erano in totale 30; l’Italia porta a casa 5 sole presenze. Un 1° posto (Cantele), 3 piazze d’onore (Luperini, e Bronzini due volte) ed un 3° (Baccaille); una miseria, parlando di giro d’Italia. Alla Luperini vai a sapere che cosa chiederle ancora. Per un pelo non si è ritirata nell’autunno scorso, e forse solo il percorso duro dei Mondiali di Mendrisio l’ha fatta salire in sella un’anno ancora. Protagonista solo nella 1^ tappa (2° posto a Pratolino di Vaglia) ma poi sempre in affanno anche nelle salite, terreno dove le gare a tappe le vinceva. La Bronzini arriva sempre a mezza pedalata dalla vittoria. L’iridata su pista forse ha perso qualcosa in forza nelle gambe, guadagnando sul ‘fondo’. Fondo che le ha permesso di migliorare come passista, vista la fuga nella 4^ tappa (2° posto), e la fuga – con 3° posto – nella prova in linea tricolore.

Nell'autoscatto qui sopra, il sottoscritto a fine Giro pensando alla Guderzo...
“OH, MIO CUORE, CHE TANTO MI DOLESTI!”; quasi invisibile la Guderzo. E scriverlo mi costa. Avevo sentito in TV, proprio dalla forte vicentina, che l’avvicinamento al Giro era stato fatto a singhiozzo. Cambiamento di GS a stagione iniziata, poche corse nel suo calendario per fare la gamba, con la necessità di correre anche gare Juniores con i maschietti per trovare il ritmo gara. Solo nelle ultime giornate di gara s’iniziava ad intravedere la marosticense nelle posizioni migliori. Nella penultima tappa anche un tentativo di fuga per lei, in compagnia di altre compagne di ventura. Ma nel complesso ha fatto un Giro grigio. Che anche lei come la Cantele pensi ai Mondiali, è certo. Nel ciclismo non s’inventa niente, ma questa edizione non era impegnativa come lo scorso anno e poteva essere ideale terreno di conquista.
RAI; i “Roata Boys” stiano tranquilli. Lorenzo Roata non ha perso lo smalto dei giorni migliori. La definizione che ha usato per definire i 2500 metri del crono-prologo, sono stati la battuta dell’anno. Caro Lorenzo, se mi dici che 2,5 chilometri di crono – penso 6 minuti di corsa – sono stati “razione robusta”, stiamo messi bene! Ma se Roata è stato per l’ennesima volta la cosa migliore, male il resto. La gara veniva mandata in onda sul Satellite a orari sempre diversi ogni giorno. Il modo migliore per fare in modo che l’appassionato/a non potesse seguire la corsa con regolarità. A volte anche il tiro alla fune (!) ha fatto spostare la trasmissione. Robe da matti! Lo scorso anno c’erano interviste nel pre-gara (e indovinate chi le faceva), che quest’anno sono scomparse. Niente interviste nemmeno alla fine del Giro (e indovinate chi ancora le faceva). E poi con tutti i momenti che una regia può scegliere di mostrare, far vedere le ragazze in reggiseno mentre si preparano nella vestizione pre-gara, è una scelta invadente e di cattivo gusto. Su RAIDUE certi giorni la gara veniva mostrata, altri giorni (causa G-8) invece niente. Superato l’arrivo, nel giro di mezzo minuto classifiche, podio, applausi e saluti a tutti. Nemmeno le bocce vengono trattate in questo modo.
Per ora è tutto – e se non vi basta non ci credo, perché non ho mai scritto così tanto su un argomento – ma sul Giro-Donne tornerò con altre considerazioni conclusive.