«Non ho mai potuto fare il dirigente sportivo perché nel nostro Paese la competenza nello sport è un elemento di destabilizzazione». Pietro Paolo Mennea.

venerdì 6 maggio 2016

La parola "sistema" non basta da sola

Torna a far parlare di se Di Luca, noto ex dopato-bis del nostro ciclismo. Lo fa per lanciare un suo libro e per farlo è riapparso alla trasmissione “Le Iene”. Non è stato l’unico ex prò che Le Iene sono andate a cercarsi, ma senza star qui a guardare chi ha parlato davanti alle telecamere, il “sistema” è stato l’argomento centrale. Per “sistema” s’intende una specie di regola non scritta dove capita che se confessi, mettendo nei guai altre persone che lavorano nell’ambiente ciclistico, intorno a te si forma il deserto. A meno che uno non segua il ciclismo solamente a livello superficiale, questa cosa si sa. Quindi tirare fuori il discorso su questo benedetto “sistema” serve a poco, forse a niente, se non fai nomi e cognomi. Che il “sistema” esista è la scoperta dell’acqua calda. È impossibile infatti che giornalisti o giornaliste dell’ambiente ciclistico non sappiano cose che sono note tra gli appassionati. Se accendi la tivù e ti ritrovi tal ex ciclista – espulso dal Giro per doping nel 2002 in maglia rosa – che ti dice cosa sia il ciclismo e come si deve correre, capisci che qualcosa non va ma chi è la fa finta di niente per puro opportunismo professionale. Come trovare un giudice che viene sbattuto fuori dal tribunale per corruzione, che si ripresenta in tivù come nuovo giudice di Forum. Il “sistema” esiste certo, ma senza nomi e cognomi non cambierà niente, perché continueremo ad avere giornalisti e giornaliste, commentatori e telecronisti, direttori sportivi e tecnici che sapranno sempre cosa NON dire davanti alla telecamera, ed il mondo dello sport sarà sempre il mondo magico e fatato che riempie delle cose più belle i sogni dei nostri bimbi più buoni.