«Non ho mai potuto fare il dirigente sportivo perché nel nostro Paese la competenza nello sport è un elemento di destabilizzazione». Pietro Paolo Mennea.

mercoledì 17 aprile 2013

Consigliato! (se lo trovate...)

Dopo ‘solamente’ 5 mesi d’attesa mi è finalmente arrivato, tramite libreria, il libro di Alessandro Donati “Lo sport del doping”. Un libro a quanto pare quasi introvabile, cosa confermatami anche da quello che mi hanno raccontato altre persone che lo cercavano, e questo non è un caso visto che un vecchio libro dello stesso autore, “Campioni senza valore” del 1989, sparì dagli scaffali dopo la prima edizione. “Lo sport del doping” è un lavoro splendidamente triste, anche se questa può sembrare una definizione stramba e poco logica. Donati racconta diversi momenti della sua carriera professionale (chiedete a chi è amante ed esperto di atletica di chi si parla) passata tra personaggi marci, disonesti, mercenari, ritrovandosi a convivere professionalmente con leccapiedisti pronti a fare come le bandiere: dove tirava il vento si orientavano di conseguenza. Con questa ‘etichetta’ qualcuno di voi penserà che si tratta di un libro di politica, ma stavolta si parla principalmente di sport – dove il mondo dell’atletica occupa molte pagine, e dove la puzza di politica comunque non manca – e dove si scopre quanto lo stesso mondo sportivo italiano è stato falsato, quanto sono stati falsi alcuni nostri protagonisti importanti, acclamati, applauditi in diversi sport, e quanto altri grandi eventi sportivi al mondo convivano con sospetti non troppo velati. Si parla di doping senza la necessità di scomodare i soliti moralismi, vista la semplicità e la chiarezza con cui vengono descritte e raccontate certe situazioni, incorniciate di una tristezza che fa veramente capire quanto dirigenti, atleti stessi, alcuni giornalisti, siano stati artefici di anni di pura e voluta omertà, per difendere una situazione indifendibile o, più meramente, per salvarsi sedia e sedere. Donati racconta anche delle persone che come lui non hanno voluto accettare uno sport falsato, che hanno cercato di sostenerlo anche rimettendoci, e di chi ci è finito in mezzo in buona fede. Per chi vuol bene allo sport è un testo consigliato, perché si può capire come si può voler male allo sport. Per gli sportivi (e chiamiamoli così) che invece se ne fregano finché non sarà un loro figlio ad andarci di mezzo, saranno 16 euro ch’è meglio mettere da parte e da spendere su internet per battere gli amici del GS “Tal dei Tali” nella partita, nella corsa di bicicletta, nella nuotata, nella sciata, nella mezza maratona del giorno di festa, nella gara di quel che vi pare ma basta sia una gara. Un testo che sarebbe da far leggere ai genitori ‘veri’, non per far evitare il mondo dello sport al proprio figlio, ma invece proprio per difendere meglio figlio e sport. Trovate nomi, cognomi, luoghi, date, circostanze, tutto. La casa editrice è la Edizioni Gruppo Abele. Se dovete ordinarlo tramite libreria, rileggete le prime righe di questo articolo per regolarvi.