«Non ho mai potuto fare il dirigente sportivo perché nel nostro Paese la competenza nello sport è un elemento di destabilizzazione». Pietro Paolo Mennea.

martedì 29 luglio 2008

Il 'pasticcio' Bastianelli


DIETRO AL ‘PASTICCIO’ SPORTIVO, TROVA SPAZIO ANCHE UN RISVOLTO EXTRA-CICLISTICO UGUALMENTE SERIO.

“Mia figlia ha preso solo un farmaco per perdere peso, il Benfluorex, d’accordo con il medico: aveva controllato che non fosse dopante, era a base di ananas.” (dal Gazzettino di Martedì 29 Luglio)
Lasciamo da parte la fesseria – o leggerezza, a quanto pare – sportiva, che ha imbrigliato la Campionessa del Mondo. Possibile che un’atleta che pratica uno sport come il ciclismo (che è uno degli sport più faticosi al mondo) debba anche andare in cerca di prodotti, che siano porcherie o acqua e zucchero, per avere un controllo sul peso? Non è che siamo davanti ad un caso di pericolosa fissazione sul peso? Di quelle che col tempo hanno rovinato la salute, per spiegarci.
La Bastianelli, se vi è capitato di vederla, sembra più leggera della sua bici da tanto è magra. E questa ragazza vuole controllare il peso? Tesoro caro, invece di pedalare per 100 chilometri, ne fai 10 in più; ecco un sistema regolato dal buon senso e non da intrugli. Quando leggo sul Televideo RAI che il Presidente Di Rocco (FCI), racconta di una ragazza che andrebbe solo ad insalate, mi domando se tutto questo guaio non sia stata una fortuna. La Bastianelli peserà 20 chili, bici e borracce piene comprese. Di cosa aveva paura; di mettere su tre etti?
Appurato che la ragazza usa queste cose dietetiche o come cavolo si chiamino, chi le ha dato questa idea? Salta fuori che il suo medico le aveva detto di star tranquilla. Ma dov’è che la ragazza aveva bisogno di controllare il peso? Con degli allenamenti regolari, il peso te lo tieni sempre sotto controllo. E allenandoti per uno sport come il ciclismo, ancora di più. M pare impossibile che il medico non glielo abbia fatto notare. O questa storia del prodotto dietetico è una balla enorme, o siamo davanti a una ciclista che chissà come ragiona. Se a 21 anni d’età ci si tratta in questa maniera, a 25 anni in che condizioni ci si arriva?
Spero che questa idea non sia stata consigliata da colleghe cicliste, perché altrimenti c’è il rischio che arrivino altre sorprese.