«Non ho mai potuto fare il dirigente sportivo perché nel nostro Paese la competenza nello sport è un elemento di destabilizzazione». Pietro Paolo Mennea.

giovedì 27 luglio 2017

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Per questioni di tempo non più disponibile come vorrei, questa pagina web è scesa di sella. Dopo circa tredici anni, per i primi tre come sito internet e successivamente con il più pratico blog, ho dovuto arrendermi al fatto che purtroppo, volente o nolente, basta così. Ringrazio voi appassionate e appassionati di ciclismo, con la speranza che in questi anni abbiate trovato cose di vostro interesse. Questo spazio web non ha chiuso di netto, ma è stato "scremato" nei contenuti, in una cernita di articoli che sono rimasti per farne una specie di raccolta di scritti che hanno pedalato a cavallo di tre decenni. In qualche momento mi mancherete. Buona lettura con quello che è rimasto di Ciclismo PST.

martedì 11 luglio 2017

La migliore

Dopo la vittoria del 2015 Anna Van Der Breggen bissa il successo nella 28^ edizione del Giro femminile. Una vittoria senza discussione, nata già dal secondo giorno. Giro maschile e Giro femminile all’Olanda.
Dominio pressoché totale quello della Boels Dolmans che ha tenuto la “rosa” fin dal crono-prologo di Grado. Anna Van Der Breggen ha vestito la maglia rosa dalla seconda frazione – dopo averla tolta alla compagna di team Karol Ann Canuel – e trovando un’alleata nella bella condizione fisica che ha portato al Giro e che le ha permesso di non mancare mai quando le azioni delle più vicine rivali in classifica la chiamavano all’appello. “Questa stagione è stata davvero perfetta con la mia nuova squadra, e mi sto gustando ogni momento. La differenza dalla mia prima vittoria al Giro è che due stagioni fa mi ero dedicata totalmente a preparare questa corsa, questa volta no. Credo sia proprio grazie a una squadra così forte intorno a me che sono riuscita a vincere.” Una vittoria di tappa – la crono-squadre d’apertura – e due secondi posti (in entrambi i casi dietro alla Van Vleuten e davanti alla Longo Borghini) le hanno permesso di non rischiare mai la leadership della classifica generale.
“Vincere il Giro è molto faticoso e stressante, però è una grande esperienza. Sono giorni duri perché non ci sono giorni di riposo ed ha fatto molto caldo. Sono davvero molto contenta di avere vinto il secondo Giro”. L’Olanda vince tutti e due i Giri italiani. E soprattutto lo fa con due atleti che paiono avere le qualità per essere protagonisti vincenti per diverse stagioni ancora. Quello femminile quest’anno non era un Giro pesante, duro, forse per la mancanza di salite lunghe, impegnative quindi anche nella durata stessa delle scalate. Ha esordito la cronometro a squadre (che differenze tra alcune squadre per la capacità di “muoversi” nel rispettivo treno!), che probabilmente verrà ripetuta. È migliorato in parte il servizio della RAI con un telecronista, Stefano Rizzato, che parla un buon inglese e automaticamente le interviste prima e dopo le tappe sono aumentate. Però le sintesi sono ormai ridotte al quarto d’ora o un pelo di più, e fare “salti” dal primo chilometro ai meno 30, e in cinque minuti ai meno 5, sminuisce troppo la corsa più importante del calendario femminile. L’Italia si è vista poco e solo nel finale di Giro ha rialzato la testa, ma questo è un discorso che arriverà più avanti.