«Non ho mai potuto fare il dirigente sportivo perché nel nostro Paese la competenza nello sport è un elemento di destabilizzazione». Pietro Paolo Mennea.

mercoledì 8 dicembre 2010

Sicurezza sulla strada; la storia infinita.


LA DEVASTANTE STRAGE CICLISTICA DI LAMEZIA TERME HA DESTATO L’ATTENZIONE SULLA SCARSITA’ DI PISTE CICLABILI IN ITALIA.
CICLISTI-AUTOMOBILI-CICLABILI; LA VERA STORIA INFINITA. ALTRO CHE FAVOLE DA CINEMA.

Cadaveri disseminati sulla strada, che hanno visto la morte arrivargli in faccia senza preavviso, e che li ha falciati via dal mondo senza alcuna remora. Su di loro lenzuola bianche a coprirli. Caschi frantumati, alcuni volati via, disseminati a 30 metri dai corpi senza vita. Una bicicletta è volata per aria. Si è appesa da sola, per la sola forza dell’urto, sul cancello di una casa vicina. Montanelli diceva che l’orrore non aggiunge niente alla verità dei fatti.
Chi scrive usa le piste ciclabili quando possibili. Cioè, in primis, quando non rischi la pelle per “prendere la pista” ed usarla (ci sono percorsi ciclabili pensati col sedere e fatti coi piedi, che sono stati usati, a suo tempo, solo per non farsi scappare i vari contributi regionali, provinciali, ecc…). Le immagini arrivate da Lamezia Terme, che hanno aperto i TG serali di domenica scorsa, sembravano provocate da una sparatoria tra bande. Subito l’argomento “I ciclisti sulle nostre strade” ha ricevuto più attenzione in tre giorni, che non in questi ultimi anni. Ma che rapporto abbiamo noi con la bicicletta?
Ventinove milioni! Di cosa? Di biciclette. In Italia possiamo quantificare in 29 milioni il numero di biciclette esistenti tra nuove e vecchie di ogni tipo. Dalle Mountain bike ultimo grido, fino alle Graziella mezze arrugginite e dormienti nei nostri sottoscala.
Negli ultimi anni i chilometri di piste ciclabili sono più che raddoppiati; in tutta Italia erano 1.000 chilometri nel 2000, mentre nel 2007 erano 2.400. Quando usiamo la bicicletta? Principalmente la domenica. Siamo un popolo ciclistico della domenica. Per il resto, il sedere lo teniamo sempre sul sedile dell’automobile.
Una curiosità? Se dal 2000 al 2007 sono raddoppiati i chilometri di piste ciclabili, sempre in quei 7 anni è raddoppiato anche il prezzo della benzina. Nel nord-est italiano i chilometri di ciclabili sono aumentati del 100%, ma siamo 4 volte sotto lo standard dell’Europa Unita.
I numeri contano solamente fino ad un certo punto. Sono tanti i chilometri di ciclabili che restano deserte perché semplicemente inutili, buttate lì per guadagnare posizioni nelle classifiche ambientali. Però una cosa va riportata. Tra il 2002 ed il 2006, l’Italia ha speso 5 milioni di euro, nei percorsi ciclabili. La Germania stanzierà 80 milioni all’anno nei prossimi anni. Qualche altro numero;

OLANDA – 19 milioni di bici, rete ciclabile prevista 6.000 km.
GERMANIA – 72 milioni di bici, rete ciclabile prevista 35.000 km.
ITALIA – 25 milioni di bici, rete ciclabile prevista 168 km.
FRANCIA – 21 milioni di bici, rete ciclabile prevista 8.000 km.
GRAN BRETAGNA – 17 milioni di bici, rete ciclabile prevista 16.000 km.

Fatevi una risata; a Torino, fino a due anni addietro, c’erano 13 metri di pista ciclabile ogni 100 abitanti. Dividete per 100; 13.000:100 = 0,13 metri. (13 centimetri a cranio!!). a Vienna avreste per voi 62 metri!
Bella cosa le ciclabili, almeno venissero usate quando presenti. Visto che tanti ciclisti o cicliste della domenica non ci pensano proprio ad usarle. Siamo in tanti, siamo fighi! Le ciclabili ai ragazzini e ai nonnetti!

Nota; questo articolo è stato redatto con notizie tratte da; Corriere della sera – Il Gazzettino – Wikipedia – www.pisteciclabili.it – Nuovo Codice della strada.
Sono state usate dalla mia Associazione un’anno addietro, chiaramente in maggior quantità, per la rassegna “15 minuti sulla strada del buon senso” che verteva su; piste ciclabili ed uso del casco.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

facevo parte del gruppo decimato ed ho perso 7 amici...per puro caso non sono uscito...dopo avere visto i miei compagni fatti a pezzi ho veramente paura a riprendere la mia bici...

Manuel (Ciclismo PST) ha detto...

Grazie per queste tue parole. In questi giorni non deve essere facile parlare di questa cosa, e per questo le tue poche righe sono preziosa fonte per una riflessione.
Il sentimento di timore che hai lo credo pienamente condivisibile. La strada è un pericolo non di per se, ma quando viene usata da noi utenti come fosse la stradina del nostro giardino.
Grazie anche per la pacatezza che traspare dal tuo commento, quando molti si sarebbero lasciati andare in parole dure, visto che tutto questo è capitato per l'inaccettabile e grave incoscienza di quel ragazzo che guidava l'automobile.
Penso sia giusto che un pensiero vada anche ai tuoi amici che sono rimasti feriti in quel tremendo momento.

Anonimo ha detto...

Piango, piango con te, gli amici ciclisti che ora non ci sono più, e lasciano un grande vuoto nelle loro famiglie.
Io ormai ogni volta che esco, spero di rivedere mio figlio che mi aspetta a casa, ed è solo un mese fà che mi sono buttata nel fosso con mio marito che mi seguiva per evitare un pazzo che stava sorpassando invadendo completamente la nostra corsia.....