«Non ho mai potuto fare il dirigente sportivo perché nel nostro Paese la competenza nello sport è un elemento di destabilizzazione». Pietro Paolo Mennea.

martedì 8 dicembre 2015

Il ciclismo davanti al caminetto (4^ p.)

C’erano il triste muro di Berlino, l’irripetibile Commodore 64, il gigante Enzo Ferrari, e poi l’Unione Sovietica, i paninari, i Ciao elaborati con la sella lunga, e un tizio che iniziò a fare il ciclista della domenica.
Questo è il periodo dedito allo smontaggio e alla pulizia della bicicletta, in maniera ben più robusta che non durante la stagione di pedalate. La smonti, la pulisci nei suoi pezzi grandi e piccoli, fai lo sgrassaggio (termine tecnico molto noto) di talune parti, le risistemi, grasso dove serve, olio dove serve, e via così. Un lavoro che ti porta via alcuni giorni: oggi il telaio, domani le ruote, un altro momento catena e parenti stretti. Visita medica alle gomme, ai pattini freno, al nastro manubrio e avanti. Un momento simil-sacro, dove se apri le orecchie la bicicletta ti parla e ti dice se l’hai usata con criterio oppure no. Si tratta di una specie di periodo di trapasso tra l’anno che va e quello che ti aspetti arrivi. Quando a Dio piacendo risalirò in sella, a fine gennaio/inizio febbraio, sarà il 30° anno da ciclista della domenica. In linea generale è solo l’allungarsi di una lista, perché c’è gente che pedala da molto più tempo. Personalmente lo vivo come un traguardo che non pensavo di raggiungere quando ho iniziato nella seconda metà degli anni ’80, ma ora siamo qua. Riordinare ricordi e momenti sarebbe troppo lungo, per alcuni magari noioso. Per me sarà l’inverno in cui attaccherò la terza stella. La conclusione del mio terzo decennio di pedalate sarà portatrice di ricordi e quando tra due mesi risalirò in sella saranno delle prime (gelide) pedalate molto particolari. Anche se solo idealmente, porterò con me i miei pochi amici di pedalata. Ormai credo che loro la bici la prendano in mano quando la devono spostare per dare una spazzata con la scopa. Quindi sarà un’annata dove i ricordi dei decenni passati avranno la precedenza sulle sensazioni del momento. Proprio per questo potrebbe essere un’annata simpatica, anche se vi sarà il contraltare dato dal dispiacere di doverli ricordare in faticosa solitudine. Più che le strade o i posti penso a quelle cose che ci facevano ciclisti molto alla mano. Quando iniziammo nessuno tra noi aveva le cose oggi considerate banali. Scarpe da ciclista con aggancio rapido? Fantascienza! Il casco? Quando saremo campioni! Fibra di carbonio sulle bici? Lasciamola per la NASA! Gatorade o Enervit? Mentre ci pensi, allungami un altro bicchier di vino! Per dirla tutta, l’ultimo punto non se né mai andato. Non fa molto sportivo che non deve chiedere mai, ma chi se ne frega per dirla elegante.

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