«Non ho mai potuto fare il dirigente sportivo perché nel nostro Paese la competenza nello sport è un elemento di destabilizzazione». Pietro Paolo Mennea.

venerdì 17 luglio 2015

Quando il doping non fa notizia, ma le giornate storte si.

La debacle agonistica di Nibali al Tour ha dunque richiesto nientemeno che la presenza del manager del siciliano al salotto RAI per il Tour. Manager che il giorno prima era intervenuto al telefono alla stessa trasmissione. Un tempismo perfetto quanto inutile nella presenza, perché vai a sapere che risposte ciclistiche possa dare un manager, quando manco in Astana sanno il perché Nibali abbia patito così tanto i Pirenei. Un pomeriggio con chiacchiere continue sul ciclista isolano, e discorsi triti e ritriti all’infinito. Ma il salotto ciclistico RAI ha deciso che una giornata storta di Nibali valesse un pomeriggio a parlare di Vincenzo, mentre non sarebbe stata invece una brutta cosa se qualcuno avesse fatto una bella chiacchierata su Francesco Reda, 32 anni, ciclista del Team Idea, una formazione Continental. Sono quelle squadre che hanno poche possibilità di mettersi in evidenza sui palcoscenici importanti, e stessa cosa dicasi per i loro corridori. Reda aveva ben impressionato molti al Campionati Italiano – vinto da Nibali – cogliendo un inaspettato secondo posto conclusivo. Il ciclista è stato trovato dopato con una sostanza chiamata ‘darbepoetina’ una parente dell’EPO. Questa medicina stimola la produzione di globuli rossi agendo sulle cellule del midollo osseo. Di queste cose non vale la pena parlare nei salotti RAI, perché al telespettatore bisogna raccontare i ‘casi’ Nibali, mentre per parlare di doping ci sarà sempre tempo. Intanto i ciclisti – le famose ‘vittime’ – continuano a far male a se stessi e alla disciplina che praticano, aiutati da salotti tivù dove dei casi doping non vale la pena parlare. Meglio chiamare un manager e parlare del contratto di Nibali, o di una vittoria di Moser al Giro d’Austria, che di un ciclista italiano che si è dopato. Così aiutiamo veramente il ciclismo. Non parliamone, così la gente crede alle storie di Suor Peppa, e tutti noi vivemmo felici e contenti.

1 commento:

Ale ha detto...

"Le vittime che vanno liberate dalla piovra che li stritola" cit. il direttore di un noto mensile di ciclismo... Ma se sono LORO, i corridori, che vanno a cercare i "bombatori"... Non dirmi che a distanza di 25 anni il tizio cerca di propinare ai suoi lettori 'sta favoletta nei suoi editoriali, spero di no dai... :-)