«Non ho mai potuto fare il dirigente sportivo perché nel nostro Paese la competenza nello sport è un elemento di destabilizzazione». Pietro Paolo Mennea.

giovedì 17 luglio 2014

L'Ital-donne perde colpi, anche se la linea verde tiene botta.

Una tappa vinta e alcune giovani in evidenza, ma un 22 a 5 che anche stavolta fa del Giro d’Italia terra di conquista per le straniere, con Valentina Bastianelli che resiste arcigna sulla linea del Piave.
Iniziamo dalle note liete. Elisa Longo Borghini era una delle italiane più attese lì davanti. Il 5° posto conclusivo (la più brava delle nostre nella generale), fa ben sperare. Fino a quando le migliori della classifica non iniziavano a darsele di santa ragione – in senso ciclistico – Elisa teneva le ruote anche in salita e ogni tanto era lei a staccarsene qualcuna dalla scia. Ha iniziato bene il Giro, conquistando la piazza d’onore nella 1^ frazione di S.Maria a Vico, dietro alla Vos. Sgarbozza – noto manager ciclistico nonché personal trainer – ha iniziato subito a programmare la carriera della ragazza in vista delle prossime 15 edizioni. Continuiamo con buone notizie sulla ritrovata vitalità di Elena Berlato, che nella 3^ frazione (Caserta – San Donato Valcomino di 125 km.) è stata protagonista di una bella tappa. Dopo essersi inserita nella fuga di giornata con – tra le altre – la compagna Olds (buon Giro), la Scandolara e la Bronzini, ha forzato nella salita conclusiva costruendosi il secondo posto dietro alla Van Vleuten e davanti alla giapponese Hagiwara. Bene per l’appunto anche la Scandolara che, come nelle edizioni precedenti, è tra le più brave delle nostre nei primi 50 o 60 chilometri. Poi la stanchezza inizia ad appesantirle le gambe e la benzina finisce. Una caratteristica che aveva evidenziato anche l’anno scorso. Per mezzo Giro la veneta ha tenuto la maglia verde, poi le salite più lunghe – e le gambe della Pooley – hanno ristabilito le distanze. Giorgia Bronzini ha vinto bene la tappa di Fratta Maggiore confermandosi con un 3° ed un 2° posto nelle frazioni numero cinque (Cesenatico) e numero sette (Chiavenna). Quando aveva la Teutemberg di mezzo collezionava secondi posti, adesso ci pensa la Vos a romperle le scatole. Certo che se prima avevamo la Baccaille dietro alla Bronzini, adesso dietro a lei non abbiamo ricambi veloci. Queste tutto sommato le note buone.
“Tatiana mormorava calma e placida al passaggio….” eccetera, eccetera. Se prima del Giro le sensazioni e le dichiarazioni di Tatiana Guderzo erano improntate al basso profilo, con l’intento di far chilometri e trovare la forma. Il Giro corso ha dimostrato che la veneta della Cipollini ha visto giusto, correndo un Giro di mera presenza, grigio, senza il minimo spunto. Come arrivava una salita, ciao ragazze è stato bello, ci si vede domani alla partenza con gli occhialoni da circo. Da una bionda a una mora, da un sorriso che riempie con due occhi da maglia rosa a uno che al massimo della felicità somiglia a una smorfia per il mal di denti. Fabiana Luperini ha forse iniziato ad abbassare il sipario? Il suo ritorno ciclistico è arrivato al vero capolinea? Tenendo conto che la salita era l’unico terreno in cui poteva combinar qualcosa, domande legittime. A conteso alla Tati la maglia della classifica fantasmi e per un pelo non la vince. Discorso a parte per Valentina Bastianelli (voto 63), che faremo Alpina onoraria. Da diverse edizioni si scrive (qui almeno) di questa benedetta ragazza, marchigiana, che con uno spirito molto “La linea del Piave ci aspetta, avanti Savoia!” parte in solitaria senza timore alcuno sotto il cielo di Madre Patria, con speranze ridotte all’uno e mezzo per cento di avere la meglio. Stavolta l’atleta, che quest’anno difende i colori della Fanini di patron Brunello, ha vivacizzato la tappa di Fratta Maggiore con uno dei suoi tentativi solitari (e come sennò…). Meriterebbe una vittoria di quelle belle da ricordare, perché non è una campionessa, forse non lo sarà mai, se vede un cavalcavia è allarme rosso, però nel suo piccolo cerca di tirar fuori le palle. Una sua vittoria al Giro sarebbe bello poterla raccontare. Altre atlete hanno cercato di cavare un ragno dal buco senza riuscirci come l’ex tricolore Giada Borgato, altre hanno deluso come la Cauz (maglia bianca 2013) e Muccioli, ma vista l’età di entrambe non possiamo pretendere continuità di rendimento. Per fare concorrenza a Sgarbozza chiudiamo dando i numeri: con 9 frazioni contate per questa edizione (senza quindi il mini-crono-prologo), contiamo 5 presenze italiane nelle prime 3 posizioni di giornata (27 in totale). Facendo finta di cancellare l’ultima tappa di questa edizione (con 3 straniere davanti), e confrontando le altre 8 tappe restanti con l’edizione 2013 (che aveva per l’appunto 8 tappe in totale), il confronto ne perde perché troviamo un bilancio 2013 di 8 italiane giunte nelle 24 posizioni totali del podio di giornata. Nella prossima puntata ci buttiamo nel cinema perché al microfono RAI arriva Ridolini (ma ride solo lui), con spazio a Topolino e alle nuove leve del cinema italiano.

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