«Non ho mai potuto fare il dirigente sportivo perché nel nostro Paese la competenza nello sport è un elemento di destabilizzazione». Pietro Paolo Mennea.
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giovedì 1 ottobre 2015

Ottobre; l'editoriale

“Che diavolo ci fa Viviani la in mezzo?” ti domandi al penultimo giro. L’Italia delle corse di un giorno si conferma seconda forza. Forse perché non si può chiedere ad un cuoco di fare una frittata senza uova.
“Cercando il pelo nell’uovo, usciamo in maniera positiva da questo Mondiale rispetto a dodici mesi addietro. Torna la medaglia dagli Under 23, arriva anche a cronometro, la sfioriamo con le donne. Poi però ci squagliamo (ancora) coi nostri big. Stavolta le delusioni arrivano dai nomi pesanti, importanti e spesso decisivi. L’argento degli Under 23 è ossigeno puro, aria fresca dopo anni in cui si preferiva spruzzare nauseabondi deodoranti invece che aprire una finestra. L’argento di Malori è il risultato di un atleta che inseguiva da anni questi risultati, e che ha raggiunto la maturità in una squadra – ahinoi – straniera. La medaglia sfiorata dalle donne, quasi tutte – ahinoi parte seconda – tesserate con formazioni estere, è stata il risultato del trovarsi nel posto giusto al momento giusto con la ciclista sbagliata. A Giorgia Bronzini sono mancate le gambe in quei benedetti ultimi cinque chilometri per tenere il contatto con il gruppo di testa. Fino a quel momento tutto bene. La piacentina era stata sempre nel gruppo, coperta, via dal vento in faccia, ben ‘custodita’ dalla squadra. Quello che devi fare se vuoi tenere in serbo un atleta per giocarti la tua carta in volata. È stata lei la prima big ch’è mancata, ma se una tirata d’orecchi ci sta, le donne sono arrivate comunque a un metro e mezzo dalla medaglia. Fino alla volata le nostre ragazze si stavano ancora giocando il podio. Lì c’eravamo insomma, per dirla semplice. Poi arrivano le vere note dolenti. E qui ti domandi se Ulissi – mai visto se non nelle interviste – sia veramente un atleta con la testa per avere su di sé una Nazionale. Ad un tratto è arrivato il segnale che forse qualcosa non tornava poi troppo. Ti spunta Viviani, l’uomo programmato per l’eventuale volata, che deve inventarsi tappa-buchi per inserirsi nel gruppetto che stava tentando il colpo grosso quando probabilmente era, quello, il turno di qualcun altro. Probabilmente quel Nibali che prima e dopo il Mondiale spaccava il mondo nelle gare italiane. In quel momento, con Viviani a fare quello che dovevano fare altri, abbiamo bruciato la nostra carta per la volata. Ma soprattutto dopo l’azione di Elia siamo spariti, quando invece dovevamo venir fuori. Come altre volte negli ultimi anni. Dove la frittata continuano a mangiarsela gli altri.”

sabato 13 settembre 2014

"Oggi il ciclismo è molto più pulito"

Domanda 1: avete mai preso nota di quante volte gli ‘esperti’ commentatori televisivi sparano questa frase? Domanda 2: ma un CT non dovrebbe convocare su motivazioni tecniche? Domanda 3: adesso che farà Luca Scinto?
Ovviamente la notizia ha trovato meno spazio possibile, ma intanto la Nazionale è stata sfiorata dall’EPO, in questo caso di Matteo Rabottini che in agosto è risultato positivo ad un controllo a sorpresa. Rabottini è una delle belle speranze che il ciclismo italiano sbandierava da un paio di stagioni a questa parte certo, quest’ultimo, che la musica stava cambiando. Ovvio che il ragazzo è stato escluso all’stante dalla fresca convocazione in azzurro a vantaggio di Davide Formolo. Rabottini è stato convocato da Cassani perché lo stesso CT voleva includere tra i possibili nazionali un rappresentante del gruppo di Luca Scinto, anche se la certezza che lo avrebbe portato in Spagna non c’era proprio. Il CT (precisazione tramite Gazzetta) avrebbe convocato il ciclista abruzzese per una presenza meramente simbolica. Perché Cassani convoca un’atleta per rappresentanza di una tal società? Non dovrebbe convocare in base a motivi tecnici e mettere in secondo piano i motivi di rappresentanza? Amicizia? Cassani ha capito che non lavora più in RAI? Rabottini ‘esce’ da quella che fu la vecchia squadra di Scinto, una formazione che dopo il Giro dell’anno scorso rischiò la disintegrazione ‘grazie’ alle positività all’EPO di Santambrogio (al tempo altra giovane rappresentanza di un ciclismo più pulito) e Di Luca (abruzzese come Rabottini). Questi sono i 16 pre-convocati uomini elite, da cui usciranno gli 11 per i mondiali spagnoli (cronomen già certi Adriano Malori (Movistar) e Dario Cataldo (Sky): Fabio Aru, Enrico Gasparotto, Alessandro Vanotti, Vincenzo Nibali (Astana) – Daniele Bennati (Saxo-Tinkoff) – Damiano Caruso, Davide Formolo, Alessandro De Marchi (Cannondale) – Gianpaolo Caruso (Katusha) – Sonny Colbrelli, Edoardo Zardini (Bardiani CSF) – Giacomo Nizzolo (Trek) – Filippo Pozzato (Lampre) – Manuel Quinziato (BMC) – Matteo Trentini (Omega) – Giovanni Visconti (Movistar).