«Non ho mai potuto fare il dirigente sportivo perché nel nostro Paese la competenza nello sport è un elemento di destabilizzazione». Pietro Paolo Mennea.

sabato 4 gennaio 2014

Il ciclista, il lavoro, la stagione, il dietro le quinte (1^ parte)

COME VIENE PROGRAMMATA UNA STAGIONE CICLISTICA DENTRO UN TOP TEAM? QUANDO VENGONO DECISI EFFETTIVAMENTE GLI IMPEGNI? QUALI SONO I CRITERI SCELTI?
Riusciamo a raccontare in maniera semplice, e per il momento senza troppi tecnicismi antipatici (quelli arriveranno), come una World Tour stila il proprio calendario? Sfruttando vergognosamente dei testi al riguardo (si dice: fare i lavativi), vediamo se si può fare una summa di quelli che sono gli indirizzi usati, le scelte, le valutazioni, i motivi da cui queste derivano. Nelle squadre ciclistiche esiste la figura del preparatore atletico che in alcune squadre può metter becco anche nelle scelte degli atleti da seguire, se non anche da prendere. Il preparatore atletico coadiuva personalmente il lavoro del o dei Direttori Sportivi, e può esprimersi per consigli sull’alimentazione. Una squadra solitamente ritorna sui pedali nella seconda metà di novembre, primi di dicembre al massimo. Gli allenamenti sono leggeri, rapporti agili, gambe ‘belle mulinanti’ e un periodo di lavoro sull’armonia della squadra, guardando all’inserimento dei cosiddetti nuovi arrivati. Dopo un primo periodo di assaggio la preparazione inizia ad entrare nel vivo, facendo strada anche a lavori di palestra per dare tonicità ai muscoli, ma senza esagerare per non indurire troppo questi ultimi, a meno che non ci sia di mezzo la scelta mirata di potenziare un’atleta dal lato della forza. Anche gli psicologi oggi trovano spazio nel ciclismo, facendosi chiamare ‘mental-trainer’ o ‘mental-coach’.
Con l’arrivo del mese di gennaio una prima suddivisione si mostra. Gli atleti che punteranno ai primi tre mesi della stagione – febbraio/aprile – cercano il caldo: Australia e Argentina sono le mete ormai preferite. Gli atleti che invece vogliono carburare da aprile in poi continuano per i fatti loro – in questo caso si tengono in contatto quasi giornalmente col preparatore atletico – a meno che non ci siano formazioni molto numerose, cosa per niente rara, che organizzano un’altro specifico periodo di ritiro da un’altra parte. A febbraio si definiscono in maniera quasi definitiva gli organici per il Giro e per il Tour. Chi deve partire forte (Classiche) fa tutta una tirata da febbraio ad aprile per poi mollare (di solito 15 giorni) a maggio. Riprenderà gradualmente nella seconda metà di maggio e successivamente in maniera più robusta a giugno, con vista sul Tour. Alcuni ciclisti ritengono che la corsa sia il miglior allenamento, mentre alcuni preparatori pensano che arrivare male allenati alle gare possa diventare un passo indietro che poi si paga caro. Alcune corse non sono considerate molto allenanti – esempio: una gara con arrivo in volata, con ciclisti che per quattro cinque ore non fanno altro stare a ruota – e sedute di allenamento fatte con attenzione valgano di più. E poi? Tutte queste programmazioni e scelte partono sempre più spesso da valutazioni che arrivano dal lavoro di un’altra squadra. Una squadra che non pedala ma che fa pedalare. All’inizio parlavo dei tecnicismi? Arriveranno…

Nessun commento: