Per anni in questo spazio web scrivevo (a modo mio) di ciclismo, da luglio 2017 è solo uno spazio di lettura. I motivi li trovate nel primo articolo qui sotto.
«Non ho mai potuto fare il dirigente sportivo perché nel nostro Paese la competenza nello sport è un elemento di destabilizzazione». Pietro Paolo Mennea.
sabato 4 giugno 2016
Pagelle del Giro 2016
Ognuno di noi vede ogni anno un suo Giro. Come sempre proviamo a metter giù quello visto da chi scrive, sapendo che qualcosa fuori resta sempre.
VOTO 10 – STEVEN KRUIJSWIK (e come diavolo si pronuncia); con una costola scricchiolante e tre montagne da superare riesce a perdere soltanto un minuto e mezzo da Nibali nella penultima frazione. Due palle così! VOTO 9 – VINCENZO NIBALI; in due giorni fa un quarantotto in classifica e tirando calci da mulo a tutti i migliori. Quando sembrava con un pedale nella fossa ha zittito quasi tutti, tranne i giornalisti che lo davano per morto tre giorni prima. Unico italiano nei dieci della generale, dove persino la Colombia ha fatto meglio con tre corridori. VOTO 8 – ALEJANDRO VALVERDE; Sbandierato come uno dei favoriti, poteva vincere solo per debacle di Nibali. Non dimentichiamo che l’unico Gran Tour vinto è del non troppo vicino 2009. Fa rabbia pensare che un talento come il suo ha buttato un pezzo di carriera per attaccarsi alla rogna Operation Puerto. Altro podio a 36 anni con probabile prossimo futuro da gregario nel mese di luglio per Quintana. ESTEBAN CHAVES; il talento c’è, tutto il resto deve maturare, ma la sua generazione ciclistica annovera Quintana e Aru. Stai a vedere che mi arriva nel posto giusto negli anni sbagliati? VOTO 7 – DIEGO ULISSI; anche quest’anno due tappe al Giro e vinte bene. Adesso però dovrà lasciar la firma anche fuori dagli italici confini. Non vorremmo un Visconti-Due. DAMIANO CUNEGO; se l’ex bocia avesse portato a casa la maglia azzurra, alla Nippo avrebbero tirato su un festone di tre giorni, che forse avrebbero pure chiamato Zandegù a cantare. Il veronese non si smentisce nemmeno da ‘vecchietto’ rispetto a 10 anni addietro, quando capitava che se non gli veniva chiesto niente, spesso tirava fuori le cose migliori. Doveva fare due stagioni e finire quest’anno, ma pare che voglia aspettare ancora un po’. VOTO 6 – PERCORSO 2016; va bene che la testa della Gazzetta era già lanciata al 2017 e tre quarti del Giro numero 100 sono già disegnati, ma i primi dieci giorni di questo…. VOTO 5 – DOMENICO POZZOVIVO; qualche anno fa cambiò squadra per provare a diventare grande. Passano le stagioni e forse gli anni migliori potrebbero essere già passati. VOTO 4 – RIGOBERTO URAN (URAN); al Giro lo aspettiamo da qualche anno. Lo stiamo ancora aspettando. VOTO 3 – GREIPEL; e ai vari Greipel del gruppo. Ormai si sa che il Tour fa gola a tutti, ma qui si esagera. Il prossimo Giro sarà il numero 100. Verrebbe voglia di dire no a qualcuno. E se non fosse per questioni di soldi da incassare e vetrina (atteso un cast ciclistico stellare), scommettiamo che Mauro Vegni lo farebbe volentieri con più di qualcuno? LANDA; poca roba e tante chiacchiere. Da un Giro del Trentino a quello d’Italia non v’è paragone. VOTO 2 – INDOVINA CHI; microfonare (e stipendiare) un ex ciclista espulso dal Giro per questioni doping come spalla tecnico/ciclistica per il commento del dopo corsa, un giornalista pensionato che ormai parla di Balmamion, Massignan e l’arrivo a Triste a ogni piè sospinto, la scomparsa totale dalla trasmissione di altri giornalisti, ricambiata dalla grande novità come opinionista; Davide Cassani! VOTO 1; visto che Bartoletti non c’era (davanti le telecamere, perché era comunque in carovana a spassarsela con RCS che paga), e che di Sgarbozza non abbiamo sentito la mancanza, il voto basso lo diamo agli spettatori deficienti che ogni tanto sbucano tra i tornanti delle salite.
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