Per anni in questo spazio web scrivevo (a modo mio) di ciclismo, da luglio 2017 è solo uno spazio di lettura. I motivi li trovate nel primo articolo qui sotto.
«Non ho mai potuto fare il dirigente sportivo perché nel nostro Paese la competenza nello sport è un elemento di destabilizzazione». Pietro Paolo Mennea.
lunedì 21 luglio 2014
"Pùlei, Poley, Van Vloiten, Van Vlunten,..."
Anche se le telecronache Valium si ripetono, lanciate da una sigla perfetta per il Trofeo Topolino, si sono intravisti al Giro femminile altri (piccoli) passi avanti da parte della tivù di Stato.
“Le atlete leggere balleranno la tarantella negli ultimi 300 metri”. Con l’arrivo di Davide Cassani nell’ammiraglia italiana, Silvio Martinello è stato promosso al microfono dei più grandi eventi al fianco di Francesco Pancani. Con la promozione del padovano, si è quindi liberata automaticamente la poltrona ‘tecnica’ per il microfono del Giro-Donne, ch’è stata assegnata a Luigi Sgarbozza. Se preso a piccole dosi Ridolini lo puoi anche sopportare, anche se restiamo sempre perplessi quando lo sentiamo pronunciare alcuni cognomi di atlete, che in alcuni casi forse potrebbero trovare gli estremi per querela (Emma Pooley è stata la vittima eccellente). Resta poi ben presente il quesito sul perché l’amico debba sempre mettersi a ridere su qualunque cosa vada dicendo. Altimetria della tappa? E giù a ridere. Tempo atmosferico? Da sbellicarsi. Una ciclista beve dalla borraccia? Robe da pisciarsi addosso. Va riconosciuto che la sua auto-ironia ha comunque l’effetto di dare un pizzicotto alle note tele-Valium-cronache dell’amico Piergiorgio Severini (con in sottofondo le tradizionali martellate sulle impalcature degli operai), che al Giro di due anni fa lanciò la famosa frase “L’alcool non è compatibile con la nostra telecronaca…”. Ora che con lui c’è Ridolini forse si potrebbe rivedere il discorso. RAI che ha ormai consolidato uno spazio tivù per il Giro-Donne, ad un orario buono e soprattutto regolare nell’orario di messa in onda. Le interviste alle protagoniste non mancano, peccato che il lato promozionale dell’evento abbia ancora qualche crepa. Bene che nel TG sportivo del tardo pomeriggio si parli del Giro-Donne, ma sarebbe meglio non darne l’esito di giornata, quando la sintesi più estesa sta andando in onda quasi simultaneamente su RAI-Sport 2.
Altra cosa che manca è la pubblicità sulla corsa nei giorni che precedono il via della stessa; “....e con il commento tecnico di Ridolini, 25° Giro d’Italia femminile. Ogni giorno alle 18:15, in esclusiva dal cabiotto di RAI-Sport 2!” La pubblicità viene mandata in onda per tutte le gare importanti che la RAI propone (anche per il Tamburello o la pallamano. Roba forte insomma…), ma per il Giro-Donne non vi è traccia. Bella l’idea del tentativo, mai fatto prima, di proporre un servizio giornaliero sulle caratteristiche delle varie tappe, anche se la recitazione delle ragazze (specie quando fanno finta di essersi incontrate per caso lungo la strada) è di un livello quasi avvilente. La Max Lelli di turno è stata Serena Danesi. A quanto pare la nuova sigla del Giro-Donne è figlia del regista dei filmati di cui sopra (tal Jimmy Gianmario), e la parola “pedala” che viene ripetuta nel (breve) testo rimanda molto a quella del Giro dei maschietti che “Pedala” ce l’aveva come titolo. La ricorda talmente tanto che la cosa puzza di palese copiatura, con un ritornello pensato a tempo record e molto Walt Disney. Da notare che nel ‘collage’ conclusivo delle immagini considerate le più belle della corsa – mostrato come ultimo servizio in assoluto del Giro – la musica di sottofondo era decisamente meglio della sigla ‘ufficiale’. Nel prossimo articolo – forse l’ultimo – : il Giro che vorrebbero le atlete, quello che vorrebbe Ridolini, e il futuro del ciclismo rosa nostrano ch’è in crescita, a parte il trascurabile dettaglio che se alcune gare non saltano poco ci manca.
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