Per anni in questo spazio web scrivevo (a modo mio) di ciclismo, da luglio 2017 è solo uno spazio di lettura. I motivi li trovate nel primo articolo qui sotto.
«Non ho mai potuto fare il dirigente sportivo perché nel nostro Paese la competenza nello sport è un elemento di destabilizzazione». Pietro Paolo Mennea.
sabato 1 marzo 2014
Marzo; l'editoriale
Cosa provoca il doping? Pesanti disfunzioni ormonali? Dialisi a 50 anni? Sterilità? Niente di tutto questo. Bensì, negazione della realtà risaputa, pesanti vuoti di memoria e pesanti prese per il sedere verso gli appassionati (quelli onesti).
“Dei c******i imbecilli. Questo ci crede questo ex ciclista gravemente smemorato, che a sentirlo pare nemmeno più in grado di riconoscere un campanello di bicicletta da un frigorifero. Questa l’immagine che vien fuori dalle dichiarazioni di Paolo Savoldelli, vincitore di due Giri d’Italia, ex commentatore RAI esperto di ciclismo, che al microfono insegnava ai corridori come si corre in bicicletta, mentre la sua carriera è stata votata a vari capitani che col doping, loro si, erano veri maestri. Parole di elogio al caro (nel senso economico?) dottor Ferrari, e altre che sono una pura presa per il sedere, quando dice che con il suo gregario Tom Danielson non poteva interloquire (su questioni di doping) perché lui non parlava italiano e il bergamasco non parla inglese, e infine che ritiene difficilmente veritiere tutte le cose confessate da Armstrong. Siamo davvero a livelli di pura presa in giro nei nostri confronti, da parte di un uomo che non vuole uscire dal suo mondo simil cartone animato, facendo più rabbia (la pena non se la merita) dei vari Basso, Armstrong, Ullrich, Swhatzer, Di Luca e compagnia imbrogliante. D’altronde siamo sempre sulla stessa e ormai penosa linea difensiva chiamata omertà. L’Italia è l’unica Nazione che non ha ‘pentiti’ di doping. Ne sono usciti da ogni dove, da ogni squadra, da ogni Nazione. Continuiamo a nascondere l’elefante dietro ad un lampione, convinti che basti svitare le lampadine per nasconderlo meglio. Gli unici atleti a confessare il doping (non solo ciclistico) sono stati atleti beccati in attività, dove negare l’evidenza è inutile. Marzo porta però anche il tepore della primavera, porta le prime corse importanti della stagione, porta il Carnevale. Su quest’ultimo la Federciclo è senza dubbio all’avanguardia, iniziando da un’avviso – tramite Social NetWork – per far sapere che la Volkswagen, anzi per la precisione la Skoda, dal prossimo Mondiale non apparirà più sulle divise azzurre. Quindi l’FCI sta discutendo tramite Facebook (!) per raccogliere informazioni e contatti con aziende potenzialmente sponsorizzatrici. Due delle più belle riportano; (utente) ‘Avete provato la FIAT? (risposta) la FIAT non è interessata…’ (altro utente) ‘Alitalia?’ (risposta) ‘Con tutti gli esuberi che ha?’. L’Oscar viene vinto da; (utente) ‘Scavolini?’ (risposta) ‘Ok, provo…’ Siamo all’inverosimile fatto realtà, e ora ci si mette anche un ex ciclista smemorato che ci prende per il sedere. Buona stagione ciclistica a tutti.”
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
1 commento:
Ho letto l'articolo sul blog di cyclingpro, dilettanti allo sbaraglio per dire poco. Scavolini ??? Ahahahahahah !!!!!!!!!!
Posta un commento