Per anni in questo spazio web scrivevo (a modo mio) di ciclismo, da luglio 2017 è solo uno spazio di lettura. I motivi li trovate nel primo articolo qui sotto.
«Non ho mai potuto fare il dirigente sportivo perché nel nostro Paese la competenza nello sport è un elemento di destabilizzazione». Pietro Paolo Mennea.
domenica 1 luglio 2012
Luglio; l'editoriale.
L’ORMAI ENORME BUSINESS CICLISTICO NASCOSTO DIETRO ALLE GRANFONDO DEVE VEDERSELA CON PENOSI IMBROGLIONI, SPIONI, MINACCE DI QUERELE, INDI AVVOCATI, INDI PROPOSTE CHE INIZIANO A FARE UN PASSO INDIETRO VERSO IL “VECCHIO” SPIRITO GRANFONDISTICO.
“A Feltre viene corsa il 17 giugno la GF Sportful, la vecchia Campagnolo tanto per capirci. Tra le partecipanti figura l’ex olimpionica Dorina Vaccaroni che si classifica al secondo posto del suo percorso. All’ora di cena l’organizzatore (Pedale Feltrino) da notizia che la Vaccaroni è squalificata perché è stata vista attaccarsi ad uno scooter in salita. La denuncia (verbale, non scritta) è stata raccolta senza essere controllata troppo dall’organizzazione, perché la persona che l’ha fatta era persona che godeva di fiducia assoluta. Si parla di un ex atleta olimpico. Martedì 19 arrivano sui giornali le dichiarazioni di rabbia e sorpresa dell’atleta, squalificata prima e riammessa poi. Per bocca del suo Presidente il Pedale Feltrino si scusa con l’atleta, non nascondendo la figuraccia per aver accettato una denuncia d’imbroglio sulla parola, indi aver squalificato la concorrente che non andava penalizzata. Dorina Vaccaroni non ha voluto sentire scuse, ha dato mandato al proprio legale per una denuncia di risarcimento all’organizzazione, che a sua volta dovrebbe rivalersi con una denuncia verso la persona, bugiarda, di cui si erano fidati in principio. Pochi giorni dopo il vice-presidente provinciale UDACE per la Provincia di Belluno, riflette se se non sia ora di togliere la classifiche dalle granfondo, in maniera da togliere ogni possibile discussione. Ma la GF di Feltre aveva regalato momenti di penoso ciclismo fin da prima del via, con ciclisti disonesti che domenica mattina avevamo cercato di infilarsi nelle griglie di merito per facilitarsi la corsa. Scoperti dal personale dell’organizzazione sono stati fatti partire da dove dovevano. Inutile dire che sono stati giustamente svergognati dai fischi degli altri ciclisti presenti. Queste storie, questi momenti amari, nascono dal fatto che le granfondo sono diventate da una dozzina d’anni l’orto di possibile gloria per i ciclisti della domenica. Gli episodi non mancano. Il doping, ben presente senza distinzioni di età, gli imbroglioni delle griglie, gli spioni che forse più per vecchie gelosie e rancori cercano di sporcare la fatica delle altre persone. Ma la questione di fondo, anzi di gran fondo, è che ormai queste manifestazioni ciclistiche sono diventate delle gare vere e proprie. Se tornassero invece ad uno svolgimento senza classifiche sarebbe una manna per i partecipanti, visto che il costo del servizio cronometraggio non avrebbe più ragione d’esistere. Senza classifiche da stilare, se non chi parte e chi arriva, i ciclisti e cicliste disonesti non avrebbero motivo di correrle visto che arrivando con due giorni di vantaggio sui secondi non gli cambierebbe niente. Però questo vorrebbe dire abbassare certamente gli iscritti di nomea, quelli che puoi dare ai giornali per farti bello come organizzatore; “Avremo Tizio, Caio ed il grande Sempronio alla partenza e dovremmo avere anche il grande Tal dei Tali!….”. Sparirebbe il confronto con gli altri o con il te stesso dell’anno prima. Le persone tornerebbero ad essere “solamente” persone e non più numeri. Cos’avresti da raccontare ai colleghi il lunedì mattina, se non hai più un foglio di carta a certificare per la storia (!) che sei arrivato, od arrivata, in posizione numero tot, migliorando di 12 secondi netti la posizione numero….? E come andrebbe alle fabbriche che costruiscono bici da corsa, se il ciclista della domenica non potendo più emulare Contador, Amstrong, Basso, Vos, Luperini e compagnia pedalante, spendesse solamente la miseria 1500/2000 euro per una bici invece che 3500? Che scaldalo! No, lasciateci le classifiche, i numeri, i record, non vogliamo essere soltanto ciclisti, non vogliamo essere soltanto persone! Non fateci diventare come un ciclista della PST! ODDIO!!!”
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