Per anni in questo spazio web scrivevo (a modo mio) di ciclismo, da luglio 2017 è solo uno spazio di lettura. I motivi li trovate nel primo articolo qui sotto.
«Non ho mai potuto fare il dirigente sportivo perché nel nostro Paese la competenza nello sport è un elemento di destabilizzazione». Pietro Paolo Mennea.
sabato 28 giugno 2014
Valentina Carretta scende dalla bici. Perchè?
Alla vigilia del periodo più importante per una ciclista italiana, la 24enne varesina getta la borraccia. I motivi sembrano nascere dal rapporto con il Team Olè-Cipollini.
Non è la prima volta. Qualche anno addietro anche Anna Zugno decise inaspettatamente di ritirarsi per motivi nati da una scelta riguardante il quotidiano. Si lesse di motivazioni legate allo studio, e d’altronde fare la ciclista non è certo roba che ti dà da vivere. Anzi, non mancano ragazze che a causa di contratti miseri (e spesso malrispettati dalle società), ad un tratto si domandano perché continuare a rompersi il sedere su di un sellino per certa gente, quando le amiche coetanee che lavorano guadagnano il doppio facendo un decimo della fatica. Anche il ritiro di Nicole Cooke avvenuto pochi anni fa sorprese, ma lì la britannica spiego chiaramente ch’era ormai stufa marca del movimento femminile, senza fare distinzioni tra dirigenti e colleghe. Stavolta le motivazioni che hanno spinto Valentina Carretta al ritiro sembrano nascere da amarezze interne alla sua squadra. La notizia ha ricevuto un certo rilievo, sempre ricordando che parliamo di ciclismo femminile a cui frega una mazza a molti. L’atleta parla di una situazione in cui; (fonte: ciclonews) “….il mio impegno in quest’annata ciclistica sia stato totale, così come nelle stagioni precedenti. Quindi mi sono sembrati inopportuni alcuni comportamenti di chi mi è stato vicino in questi ultimi anni. Quando vengono a mancare la fiducia e il rispetto non ci sono più le basi per continuare una collaborazione con un team. Facendo questa vita, fatta di trasferte, sacrifici e restrizioni è necessario che almeno sia riconosciuto l'impegno, la professionalità e il rispetto. Valori che pensavo fossero scontati, ma che purtroppo ho sentito mancare su di me in prima persona”. Nel famoso ‘tra le righe’ emerge una motivazione legata all’ambiente della sua società e certamente la ragazza non è una brava bugiarda quando dice che; “…con tranquillità…” esce dal gruppo e se ne và. Questo, opinione personale, per alcuni motivi; perché Valentina non era certo come si dice ‘una ferma’ ma invece ciclista di ottimo livello se guardiamo al livello generale delle nostre ragazze (ci sono atlete che tengono le ruote di chi è davanti grazie al vento che tira nella direzione giusta); perché si correva il tricolore sulle strade per lei casalinghe e voglio proprio vedere che si rinuncia così di punto in bianco ad un campionato italiano ed un Giro d’Italia che parte tra pochi giorni; perché a 24 anni la carriera forse comincia veramente; perché correva in una squadra dove dal punto di vista economico ci sono garanzie ‘meno peggiori’ di altre società dove la trasparenza è dono del Signore e non di chi comanda. Se invece ci sono altri ‘oppure’ sarebbe bello saperli a lei o da chi l’aveva tra le sue fila.
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