Per anni in questo spazio web scrivevo (a modo mio) di ciclismo, da luglio 2017 è solo uno spazio di lettura. I motivi li trovate nel primo articolo qui sotto.
«Non ho mai potuto fare il dirigente sportivo perché nel nostro Paese la competenza nello sport è un elemento di destabilizzazione». Pietro Paolo Mennea.
mercoledì 22 gennaio 2014
Mia 'cara' bicicletta....
VELOCIPEDE MIO QUANTO MI COSTI? RIFLESSIONI D’INIZIO STAGIONE (CON IL MECCANICO DI FIDUCIA) PRIMA DI TORNARE IN SELLA.
L’evento sportivo dell’anno è uno, unico e senza eguali. Olimpiadi invernali? Acqua ragazzi! Mondiali calcistici brasiliani? Macchè!... Manuel che dopo 12 anni porta la bici dal meccanico. Ebbene si. Anch’io ho dovuto arrendermi per sostituire alcune parti, logorate dall’uso, e lasciar fare ai professionisti del settore. Così mentre Tati 2^ se ne stava per una settimana sotto un’altro tetto, il mondo del ciclismo stava in apprensione. Il giorno della riconsegna, mentre attendevo la conclusione dell’ultima tradizionale passata di straccio sulla bicicletta, parlavo con il meccanico e l’argomento verteva su alcune biciclette in negozio tra nuove da vendere e modelli ancora nuovi lasciati a riparare. Che le biciclette ‘moderne’ siano tecnologicamente avanzate siamo d’accordo – con l’evoluzione tecnologica e l’elettronica sempre più imperante – ma non avete idee delle magagne a cui vanno incontro, e le spese ch’esse producono. Non sempre con la piena soddisfazione degli stessi meccanici, che riconoscono come oggi una bicicletta sia una cosa diventata molto delicata, anche troppo. Cambio elettronico? Ah che figata, quando funziona. Se ha dei colpi di tosse diventa una bicicletta da diverse migliaia di euro (di marca italiana ultra-famosa nel mondo) che viene portata tre volte dal meccanico in poco tempo. Ricordate le selle tutte in carbonio che un decennio addietro riempirono molte pagine pubblicitarie? La strada più breve per tornare bestemmiando in negozio dopo pochi mesi, a comprarvi una sella ‘normale’ perché siete stufi marci di avere il sedere che non vuol saperne di star fermo quando pedalate.
I comandi cambio? Beh, qui c’è forse il meglio. Se avete un cambio ‘vecchio’ (un Veloce 9V fine anni ’90 come il mio) siete sfortunati. Potrete cambiare solo il blocco comandi interno, e via che sarà tornato subito come nuovo. Non c’è soddisfazione, vi pare? Ma non datevi patemi, perché l’industria ciclistica ha investito denari solo per venire incontro alle vostre esigenze. Con gli odierni comandi cambio sul manubrio sarete obbligati a cambiate tutto il blocco. Cioè? Vuol dire spendere tre volte tanto per cambiare anche le leve freno (che magari funzionano perfettamente). Contenti? Ma siccome la tecnologia ci ama tanto, passiamo alla sezione ‘trazione’ che fa pure rima e quindi merita considerazione (altra rima). Avete un cambio V10? Bene. Magari avete già il V11? Hai capito!... Avete pure la ‘compatta’? Cristo ragazzi, i fabbricanti di catene saranno in lacrime dalla gratitudine nei vostri confronti. Infatti la catena da 10 velocità rappresenta il limite ‘fisico’ che sarebbe stato meglio non raggiungere, se poi accoppiata ad una compatta che ‘mangerà’ la catena indebolendola, quando pedalerete usando plateau grande e un rapporto troppo agile (leggi; catena storta). State certi che le catene che si spezzano non sono più evento esclusivo del ciclista in corsa. Tutte queste novità, tutte queste evoluzioni, trovano potente linfa commerciale grazie all’uso professionistico che ne amplifica le qualità simil-miracolose. Ma chi compra, e professionista non è, dovrebbe ricordare che i professionisti se ne fregano se tutte queste cose non funzionano nel medio/lungo periodo, perché per loro il lungo medio/periodo non esiste, e a casa hanno almeno due biciclette, se non tre, che ogni volta che fanno sistemare non gli costano niente. E quando cambiano squadra cambiano biciclette. A proposito: state certi che per una catena non ve la cavate con 15 euro....
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