Per anni in questo spazio web scrivevo (a modo mio) di ciclismo, da luglio 2017 è solo uno spazio di lettura. I motivi li trovate nel primo articolo qui sotto.
«Non ho mai potuto fare il dirigente sportivo perché nel nostro Paese la competenza nello sport è un elemento di destabilizzazione». Pietro Paolo Mennea.
mercoledì 3 luglio 2013
Avete impegni per giovedi 18 luglio?
DUE DOMANDE: 1) CHI SI RICORDA DI OSCAR PEREIRO? 2) SARA’ IL 18 LUGLIO IL GIORNO PIU’ IMPORTANTE DEI TOUR E DEL CICLISMO DEGLI ULTIMI 15 ANNI?
Prima o poi dovevamo arrivarci. Dal 1998 a oggi, in mezzo trionfano le quattro, cinque o sei volte in cui il ciclismo era ripartito. E meno male! Dalla Festina, la prima squadra con un’organizzazione interna di doping che ha fatto scuola per altre formazioni. Quanto è stato falsato il ciclismo negli ultimi 3 lustri? A questa domanda hanno risposto in maniera soddisfacente Bertagnolli e Armstrong nei mesi precedenti. Quanti poster verranno idealmente staccati dalle pareti? Oggi che gli sport di resistenza vivono di tende ipossiche – le ipobariche sono altra roba – o di doping genetico (molto più pericoloso), parlare di EPO è robetta. Oggi l’EPO viene comprato da sempre più sportivi e sportive della domenica, vedi ciclisti che in Sicilia hanno tagliato la corda in una GF (più del 30% degli iscritti), quando hanno ricevuto le telefonate di avviso dagli amici (falsi quanto loro), perché erano arrivati i medici per l’anti-doping. Sarà una giornata antipatica anche per i giornalisti di stampa e tivù che per anni hanno cercato di far pensare al solo atleta statunitense Armstrong come del doping fatto persona uno unico e solo, dimenticando la superficiale specifica che il dottor Ferrari – suo stretto ‘collaboratore’ – non è giapponese, australiano, islandese, indiano,….. Di quelli che di Bertagnolli, Rasmussen, Sorensen, Ullrich si sono dimenticati sul riferire delle loro ammissioni durante l’inverno passato, che di Cipollini è vietato parlare. Eh si, sarà una giornata antipatica anche per queste persone, perché di specchi su cui arrampicarsi ce ne sono sempre meno. Fatti nomi e cognomi, poi cosa cambia? Hai poco da fare. Togli le vittorie ai ciclisti che hanno vinto imbrogliando? Ok, allora devi farlo per tutti. Le lasci? Bene così. Continueremo a idolatrare campioni di cartone. Oppure dividiamo il ciclismo nell’EPOca del ciclismo da laboratorio? In questo caso l’Italia ha due carte da poter fieramente giocare, e che pochi possono vantare: Conconi e l’allievo Ferrari. Due perle, due medaglie, che se dessero la lista delle persone che si sono appoggiate ai loro consigli e trattamenti in questi vent’anni, dovrebbero fare un volume a fascicoli settimanali in stile Fratelli Fabbri Editore per farci stare dentro nomi e discipline sportive. Tutto arriverà il 18 luglio, un giovedì. Oscar Pereriro avrà degli eredi?
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