Per anni in questo spazio web scrivevo (a modo mio) di ciclismo, da luglio 2017 è solo uno spazio di lettura. I motivi li trovate nel primo articolo qui sotto.
«Non ho mai potuto fare il dirigente sportivo perché nel nostro Paese la competenza nello sport è un elemento di destabilizzazione». Pietro Paolo Mennea.
mercoledì 23 novembre 2011
Il ciclismo davanti al caminetto.
CONTINUANO I TRAVOLGENTI MOMENTI DEL CICLISMO DAVANTI AL CAMINETTO. STAVOLTA CI DIAMO SOTTO ALLA GRANDE CON LA CULTURA.
Guarda che bellina la cima tutta bianca,
la bici adesso dorme, la gamba è un poco stanca.
Trionfa un buon novello, quì sopra il tavolino,
le bestie dormon tutte, dall’orso al topolino.
Ci sono dei ciclisti, ma non alla mattina,
ne vedi solo il naso, e sfidano la brina.
Si pensa al sol d’aprile, oppure a quel d’agosto,
che adesso vola basso e presto è già nascosto.
Pian piano all’orizzonte arrivano le feste,
e tutti son più buoni, ma quante belle ceste!
La nebbia agli irti colli piovigginando sale,
e sotto il maestrale mi ficco dentro un bar.
Correndo con la mente, si pensa a quel ch’è andato,
lo scrivi sullo schermo e quel ch’è stato è stato.
Ricordi ben più vivi, li ho di me ragazzo,
ma meglio non far rima, sennò ci scrivo *****.
Allora torno serio e penso ad occhi chiari,
secondi solamente a una pole della Ferrari.
Riguardo dentro al cuore, rivedo quant’è bella,
ricorda il retrogusto di pane e mortadella.
Si svuota la bottiglia, finisce la poesia,
che incredibilmente è tutta cosa mia.
Riguardo in cima al monte e osservo quella neve,
e penso a quando cade, silente, fredda e lieve.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento