(*) Di cosa non si sà...
Comincio dalla fine; brava Monia!
Organizzatori pronti; che l'evento inizi.
Chi sarà la cenerentola?
Monia che fa la calza? Bella roba essere Campionessa d'Italia!
Il GS MIchela Fanini non scherza; il podio per un pelo non ha spazio per tutte.
Anche l'Australia risponde;"presente!"
Via sempre a testa bassa!
Scatti e controscatti; che grande corsa per la Tamanini!
In una gara che si decide facilmente in volata, una cosa così non puoi mettermela 10 metri dopo l'arrivo!
ANCORA NON LO SA’, MA MONIA BACCAILLE HA VINTO LA CORSA DEI RECORD (?). ECCO IL RESOCONTO EXTRA-CICLISTICO DI UNA GARA LEGGENDARIA PER LO SPORT ITALIANO; LA 2^ CLASSICA CITTA’ DI PADOVA, DONNE ELITE.
La partenza del treno che mi porta a Padova è in perfetto orario. La temperatura interna del vagone sfiora gli 80 gradi, ma mi adeguo. Alla stazione di Padova, Alessandro mi aspetta armato di tutto punto con orari e biglietti pronti per l’autobus; organizzazione perfetta.
Pigliato l’autobus, dopo 15 minuti scarsi di viaggio arriviamo a Camin di Padova, ma non troviamo un’accidente. Il caldo, quello c’è, anche se la pioggia è attesa in giornata. Dopo aver girovagato – e aver beccato la strada per il cimitero – torniamo indietro e chiediamo a delle persone del posto. Avevamo trovato il quartiere giusto, anche se la zona del ritrovo era 400 metri più su.
Arrivati alla partenza le squadre iniziano a prepararsi. Salutiamo due amici di Alessandro e iniziamo a vagare tra le atlete e le ammiraglie. Pausa pranzo che prende vita sul podio (!), e poi ancora foto di qua e di là. La Baccaille deve far la calza con la sua maglia; bella roba essere Campionessa d’Italia! Arriva la Guderzo e la pressione mi sale a 180 di minima, mentre pian piano il cielo si annuvola. Poco prima di un gelato Alessandro fa la conoscenza della classica signora veneta, che se ne frega che tu sia Berlusconi o il primo che passa, e praticamente ci ordina di fare un sacco di foto.
Arriva il momento della firma sul foglio di partenza, ed ecco uno scroscio di pioggia che getta nel panico le ragazze; firma sul foglio partenti e presentazione delle squadre avvengono a tempo record (d’altronde siamo alla gara dei record…). Arriva il momento del via, con il pallone gonfiabile di uno sponsor che perde pressione proprio in quei momenti. Per un pelo non va ad afflosciarsi sopra le teste delle ragazze pronte a partire.
Pronti via e si va a cercare un angolo a 500/600 metri dalla fine per trovare un buon posto per seguire un paio dei 9 giri in programma. Un amico di Alessandro inganna l’attesa tra un passaggio e l’altro del gruppo, provando a suicidarsi ma non soddisfatto per le foto fatte dal fotografo al momento cruciale, decide di rinunciare dopo vari tentativi. Torna la pioggia e le ragazze al secondo giro hanno filo da torcere. Una concorrente cade proprio davanti a noi, su una curva verso destra, regalando ai presenti una bella bestemmia in Dolby Surround, ed i suoi genitori baruffano tra loro come due ragazzini. Bah!...
Torniamo all’arrivo/partenza. Alessandro aveva perso il suo ombrellino. Ombrellino che però gli passa davanti, ma in mano ad una persona. Decide di lasciar perdere e ripongo il fucile a pallettoni. Ormai la tensione è viva. Camin di Padova è la cittadina dei record. Il Guiness dei Primati annovera il nome di questa zona padovana tra le sue dementi pagine. Il motivo non lo sappiamo. Ma di boiate ce ne sono un sacco tra quelle righe. Quando le tensione è alle stelle e si avvicina il passaggio dell’ultimo giro, ecco che capiamo senz’ombra di dubbio che siamo di fronte ad un’organizzazione sicuramente unica. Come può una corsa, alla seconda edizione, definirsi “classica”?
Può farlo quando nel giro di pochi minuti un’organizzazione seconda soltanto ad un concerto dei Pink Floyd si scatena dando il meglio; tra la commozione del pubblico appare la campana dell’ultimo giro, e viene esposta la lista delle atlete che dovranno fare l’anti-doping nel dopo gara. Le atlete passano per l’ultima tornata, ma lo spettacolo non è finito. Gli organizzatori – che sicuramente avevano fatto apposta per giocare con l’emozione data dall’evento – calano l’asso di denari, e la linea d’arrivo viene rifatta ex-nono nel tempo di un pit-stop da Formula 1, appare l’apparecchiatura del foto-finish e si inizia a smontare le transenne (!) che la gara deve ancora finire.
Monia Baccaille vince la gara dei record con una bella volata, e via tutti sotto il podio per le foto. Premiazioni chilometriche che durano 15 buoni minuti, con la Baccaille che porta a casa; fiori, una cesta con berrettino e fiocco rosa con sicuro qualche prodotto tipico buttato dentro alla carlona, una brocca enorme di porcellana che vai a sapere dove se la metterà in casa, ma soprattutto un vassoio di tagliatelle (!). Premi record, con la povera Monia che non ne può più e che non vede l’ora di andarsene.
Camin ha colpito ancora! Unica nota stonata, una fesseria rappresentata da in tombino con l’asfalto completamente rovinato, dieci metri dopo la linea d’arrivo. Con un circuito che favoriva la conclusione in volata, gli organizzatori potevano risparmiarsi questo rischio inutile che per fortuna non ha provocato danno. Di cose ne potrei scrivere ancora ma per stavolta mi fermo quà.
Grazie ad Alessandro per l’invito e W la Guderzo, che ha corso sempre nascosta nel guppo, almeno nella gara dei Record.
3 commenti:
Fantastico, io devo ancora iniziare a scrivere, ma dopo questo post (sono banale, lo so)tutto il resto é relativo !
Esagerato!...
Sai cosa ho dimenticato, invece? Della pantegana grossa come un trattore che abbiamo visto in stazione.
Roba che se vede un gatto, è lui che scappa.
Perche non:)
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