Per anni in questo spazio web scrivevo (a modo mio) di ciclismo, da luglio 2017 è solo uno spazio di lettura. I motivi li trovate nel primo articolo qui sotto.
«Non ho mai potuto fare il dirigente sportivo perché nel nostro Paese la competenza nello sport è un elemento di destabilizzazione». Pietro Paolo Mennea.
venerdì 5 giugno 2009
Pagelliamo
PAGELLINE DEL GIRO 2009. UN PO’ DIVERSE DAL SOLITO, PER DIRE 2 PAROLE SU MOMENTI O PERSONAGGI CHE RENDONO (QUASI) SEMPRE BELLA LA CAROVANA ROSA.
VOTO 10 all’Italia del Giro;
tanta gente ogni giorno, ed in migliaia anche su salite brevi. Lo spettacolo più bello, vario, colorato, emozionante, che ti lascia dentro ricordi che non hanno bisogno di fotografie per farteli tornare in mente.
VOTO 9 a Mario Beccia e al libro ufficiale della Gazzetta sul Giro;
nel Giro dei 100 anni non potevano mancare persone o cose che solo in una manifestazione di popolo come la corsa rosa, tornano come un patrimonio di tutti. Grazie perciò a Mario Beccia che anche in questa edizione ci ha regalato l’immagine del suo parrucchino che almeno quest’anno – rispetto al 2008 – non era messo mezzo di traverso come l’anno passato. Voto 9 anche al suo coraggio per andarsene in giro con quella… roba sulla testa.
Stesso voto per il libro sui 100 anni del Giro; bello. Tante foto inedite uscite dall’archivio Gazzetta: Vale i soldi che chiedono e forse di più.
VOTO 8 alla sigla RAI e ad Ilaria Pranzini;
finalmente una sigla TV all’altezza dell’evento. Riguardo alla tifosa numero 1 in Italia di Baby Sleck, è stata presente a Venezia, Firenze, Milano e forse Roma. Serve dire altro?
VOTO 7 ad Alessandra De Stefano;
alta poco più di una bicicletta, alle partenze e agli arrivi corre come una pazza a destra e a manca. Perché? Perché Andrea Fusco, dal palco del Processo a fine tappa, vuole intervistare 5 ciclisti al colpo. Lei ti fa le interviste in inglese, in spagnolo ed in francese; Wonder Woman.
VOTO 6 al percorso;
il Giro dei 100 anni non sarà ricordato molto per le difficoltà del percorso. Tanti chilometri in discesa, e solo 2 tappe che facevano tremare le gambe ai protagonisti. Le Dolomiti dopo 4 giorni sono come il tiramisù per antipasto.
VOTO 5 alla carovana pubblicitaria;
non so se quella che ho visto a S.Martino di Castrozza era la carovana al completo, ma – senza fare paragoni con la cosa enorme del Tour – era poca roba. Era il giro dei 100 anni o no?
VOTO 4 a Marino Bartoletti;
le brevi poesie in rima preparate per la trasmissione Si Gira, meriterebbero una valutazione vicina a quella appena sotto. Forse non siamo a quei livelli, ma siamo sulla buona strada.
VOTO 3 ai controlli anti-doping;
anche quest’anno è continuata la vergognosa rinuncia a non fare i controlli anti-doping a Luigi Sgarbozza. Capiamo tutti che i risultati degli esami darebbero responsi terrificanti sulle sostanze usate dall’ex ciclista, sentendo certi suoi interventi al Processo alla Tappa. Ma questo doping, usato probabilmente a dosi da cavallo, deve essere fermato.
VOTO 2 ai ciclisti nella tappa di Milano;
una presa per il naso a migliaia di persone che avevano fatto ore di traffico per vedere una corsa di… 30 chilometri? E lasciamo perdere Armstong, che se gli altri non hanno palle per dirgli di no peggio per loro. Cosa sono, signorine?
VOTO 1 agli appassionati esagerati;
l’acqua non si getta in faccia ai ciclisti. Si corre a un metro da loro, e gli si porge una bottiglietta d’acqua. Se l’atleta ha sete, allungherà una mano e se la prenderà da solo. E sempre i ciclisti non si affiancano a 40 cm. gridandogli nelle orecchie come dei deficienti.
VOTO 0 al pubblico della tribuna sul Blockhaus;
Garzelli fischiato durante la vestizione della maglia verde, e poi preso a male parole mentre scendeva verso il suo pullman. Non scrivo altro.
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