Per anni in questo spazio web scrivevo (a modo mio) di ciclismo, da luglio 2017 è solo uno spazio di lettura. I motivi li trovate nel primo articolo qui sotto.
«Non ho mai potuto fare il dirigente sportivo perché nel nostro Paese la competenza nello sport è un elemento di destabilizzazione». Pietro Paolo Mennea.
lunedì 9 febbraio 2009
Lettera ad un'appassionata di ciclismo...
NB; le righe qua sotto sono indirizzate alle appassionate di ciclismo. È una lettera che spero sia uno sprone in senso positivo, per le appassionate che ancora non seguono il ciclismo femminile, o non lo considerano bello per quanto sa invece essere. Se ci sono cicliste che leggeranno e si sentiranno messe sotto accusa in modo un po’ ingiusto, sappiano che queste righe non sono dirette a loro, ma ad altre appassionate più distratte.
Manuel.
TU! PROPRIO TU, APPASSIONATA DI CICLISMO. LO SAI CHE IL CICLISMO NON E’ SOLTANTO VALVERDE, BASSO, REBELLIN, BOONEN O PETACCHI? ALLORA, FORZA!
IL CICLISMO FEMMINILE ASPETTA ANCHE TE A BORDO STRADA!!
“Cara appassionata di ciclismo…
Tu che magari pedali perché hai la tua passione per la bicicletta, e sai tutto di Cunego, Boonen, Sgarbozza, Bennati, e altri idoli del ciclismo mondiale, perché ogni tanto non segui con attenzione anche il ciclismo dell’altra metà del sellino? La Tua metà.
Lo sai che le Tue colleghe cicliste, come noi colleghi maschietti, faticano con passione, sacrificio, impegno, nonostante le loro vicende sportive siano seguite nemmeno la metà? Hai mai avuto la possibilità di assistere ad una gara femminile? Perché non provi a farlo lungo una salita impegnativa, dove potrai apprezzare – se un’appassionata lo sei veramente – tante cose che pensi di vedere solo tra gli uomini? Cosa credi, cara ciclista, che siano soltanto i Simoni o i Basso a sbuffare di fatica lungo una salita dura? Invece non è così. Vedere una ciclista che si stacca dalle più brave, perché non è forte come le altre, e osservarla mentre a testa bassa cerca di fare un’altro giro di pedale, poi un’altro, e un’altro ancora. Poi eccola che si alza sui pedali per cercare di rilanciare la bici, ma subito dopo torna a sedersi perché la fatica fa bruciar le gambe. Gli allenamenti sotto la pioggia di Febbraio o Marzo (e quella si che è fredda!), pensi che siano cose che fanno solo Pozzato, Armstrong. La fatica è anche donna.
Cara appassionata, tu che per un autografo allunghi penna e notes, o anche il berrettino, a Pozzato, Petacchi, Cassani (le disperate sono ovunque!...capirei Roata…), hai mai potuto andare a vedere una gara femminile? Magari al Giro d’Italia, la gara a tappe forse più importante al mondo nelle gare femminili. Dove puoi avvicinarti alle ragazze, camminare in mezzo a loro, magari parlarci senza 100 persone e 100 transenne a fare da muro tra te e la tua passione; la bicicletta. Chieder loro una fotografia e ricevere anche un bel sorriso quando le saluti, quasi fossero loro a ringraziarti per l’attenzione?
Lo sai che a queste ragazze farebbe tanto piacere vedere anche Te a batter loro le mani? Cosa aspetti, se del ciclismo hai veramente passione, ad apprezzare senza distinzione alcuna la Pucinskaite come di Luca, la Cooke come Bennati, la Bronzini come Sleck o chi vuoi Tu. Il ciclismo femminile può crescere ancora, ma per costruire una casa non bastano i mattoni (le cicliste) ma serve anche il cemento (la tua passione) per tenerli uniti l’uno all’altro.
Cara appassionata, lo sai che molti siti internet dove si scrive di ciclismo femminile, sono creati, gestiti e seguiti da ragazzi? Che il 99% delle persone che scrivono commenti su questi siti sono di ragazzi? Ma tu dove sei cara appassionata? Possibile che quando ti siedi davanti al PC, perdi minuti – forse ore – solo per Facebook e compagnia bella? Possibile che se parli di ciclismo lo fai solo per Cunego, Basso, Bulbarelli… Ma le tue colleghe di pedale? Possibile che Ballan, Cunego, Bennati abbiano tante tesserate nei loro Fans Club, a cui però se fai il nome della Cucinotta pensano all’attrice?
Lo sai che esiste un pazzo scatenato* che si alza all’alba per seguire le Tue colleghe cicliste, ha un sito dedicato a loro, prende treni diretti di qua e di là, dilapidando euro a manetta con treni che partono ma vai a sapere – visto come stiamo messi oggi – se arrivano? Mentre tu fai tanto la fighetta perché hai visto Cunego al Giro dopo che ti sei fatta 2 ore di macchina, e magari nemmeno sai che il Giro-Donne è passato a 20 minuti di strada da casa tua, lo sai che l’italiana Fabiana Luperini ha vinto, da sola, più corse a tappe di Simoni, Savoldelli, Basso e Cunego messi insieme?
Cara ciclista, segui, apprezza e fai crescere con la tua passione anche il ciclismo dell’altra metà del sellino. Un ciclismo che sa essere bello come quello di noi maschietti. Forse ti sembrerà esagerato, ma il ciclismo femminile ha bisogno anche di te.”
(*) non sono io
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5 commenti:
Giusto dare risalto anche allo sport femminile e le categorie giovanili o disabili.
Bravo shaka. Ti sentisse Roata sull'ultima categoria ti stringerebbe la mano.
Vai Ale, sempre forte!
W la Cagiva!!
Aperto il condaggio sulla canzone più cantata!!
Cara Ilaria, contribuisci quando vuoi. dici che le appassionate sono poche? Importante è che siano buone. non ci sono mezzi d'informazione? hai ragione. Ma noi che ci stiamo a fare? forza signorina!!
Dì alle tue amiche di farsi sentire, che scrivano, dicano la loro, il ciclismo donne ha bisogno anche di loro!!
Il ciclismo femminile lo seguo dai mondiali di Altenrhein del 1983 (prima la svedese Berglund, seconda l' americana Rebecca Twigg e terza la nostra Maria Canins), lo seguo perché per certi aspetti mi ricorda il "mio" ciclismo, le mie corse, i miei allenamenti, le mie piccole soddisfazioni, le mie batoste. E' MOLTO FACILE ENTUSIASMARSI PER I PROFESSIONISTI (non nego che lo scorso anno ho visto dal vivo la crono finale del Giro d' Italia, passava a 50 metri da casa mia...), ma la passione vera la misuri quando assisti alle corse di paese il cui risultato non troverai da nessuna parte o quasi, quando parti il sabato notte per andare a vedere una gara che si disputa la domenica a 500 km da casa, quando piove ma alla corsa ci vai lo stesso perché erano giorni che avevi programmato quella trasferta, quando sei disposto a fare anche dei km a piedi pur di esserci, quando vedi un atleta che si ritira e istintivamente ti metti nei suoi panni:sai cosa sta pensando, cosa sta, provando perché quella sensazione l' hai provata anche te quando correvi. E ancora: quando respiri l' aria del pre gara, il profumo delle creme per i massaggi, le ammiraglie che si incolonnano alla partenza e la concitazione che c'é in quei momenti, gli amici che non vedevi da una vita e che incontri per puro caso (mi é capitato al GiroDonne, tappa finale di Desio), il sapere riconoscere la tua atleta preferita anche in mezzo al gruppo che passa a 55 kmh, anche se indossa casco e occhiali da sole, avere una parola di incoraggiamento per chi non ce la fà più e sta per ritirarsi, la gioia e i sorrisi di atlete che sanno di non poter competere per la vittoria ma sono comunque contente di esserci. Questa é PASSIONE, questi sono i motivi che mi spingono ancora a fare certe pazzie, il resto,la passione (scritta in piccolo) per i ciclistI e per le ciclistE non mi interessa, non so cosa sia, la lascio alle tifose di Pozzato & company.
Condivido pienamente il suo punto di vista. Mi piace la tua idea. Offerta di mettere una discussione generale.
Assolutamente d'accordo con lei. Ottima idea, condivido.
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